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Māyā

Due sono i concetti principali che mi hanno portato alla creazione di Māyā:

l’ illusione e la libertà.

Ho voluto esprimere l’ idea di irreale tramite il chiaro riferimento ad uno dei maggiori esponenti della corrente surrealista René Magritte il quale, con la sua famosa opera Ceci n’ est pas une pipe, vuole sottolineare la differenza tra l’oggetto reale e la sua rappresentazione, rinnegando la pittura classica, secondo cui vi era un legame indissolubile tra l’immagine e la realtà.

Il concetto per il quale l’ oggetto ad una prima occhiata porti il fruitore a definirlo per quello che la sua mente conosce senza porsi il dubbio che possa esserci altro.

É questo gioco tra sorpresa, mistero e illusione che Māyā rappresenta.

Ad una prima occhiata vediamo un foulard, un oggetto a noi conosciuto con uno specifico utilizzo che, invece, si scopre avere un fine totalmente differente, ed è proprio in esso che trova il suo significato e si trasforma in un oggetto unico,

una borsa.

Il concetto viene ripreso anche attraverso il nome stesso, Māyā, che nella filosofia antica indiana è il velo che nasconde la realtà delle cose il quale, una volta sollevato, mostrerà all’ uomo l’ essenza del mondo.

 

Libertà, invece, è direttamente espressa dal principio stesso del prodotto che porta alla facilità di movimento e conseguente comfort nel potersi esprimere. Inoltre lo stile richiama la moda boho degli anni ’60 ’70 nei quali il foulard portato in vita era un simbolo di libertà appunto e stile non convenzionale.

Ne amplifica il significato, l’ utilizzo della seta che accompagna qualsiasi movimento rimanendo materiale di eleganza per eccezione.